
Il Metodo della Vela
כִּי מִי־גוֹי גָּדוֹל אֲשֶׁר־לוֹ אֱלֹהִים קְרֹבִים אֵלָיו כַּיהוָה אֱלֹהֵינוּ בְּכָל־קָרְאֵנוּ אֵלָיו׃
Kī mī-goy gādōl asher-lō ʾĕlōhīm qerōvīm ʾēlāv, ka-YHWH ʾĕlōhēinū, be-khol qārʾēnū ʾēlāv.
“Infatti, quale grande nazione ha elohim (dèi) così vicini a sé, come YHWH, il nostro Elohim (Dio), ogni volta che lo invochiamo?”
(La Scrittura, Torah, Parole (Deuteronomio), 4:7)
וְהִתְעַנַּג עַל־יְהוָה וְיִתֶּן־לְךָ מִשְׁאֲלוֹת לִבֶּךָ׃
גּוֹל עַל־יְהוָה דַּרְכֶּךָ וּבְטַח עָלָיו וְהוּא יַעֲשֶׂה׃
Ve-hit‘an·nag ʿal-YHWH, ve-yitten lekha mish’alot libbekha.
Gol ʿal-YHWH darkekha, u-vetaḥ ʿalav, ve-hu ya‘ăseh.
“Trova la tua gioia in YHWH, ed Egli ti concederà i desideri del tuo cuore.
Affida a YHWH la tua via, confida in Lui, ed Egli agirà.”
(La Scrittura, Salmi, 37:4-5)
Note interessanti:
וְהִתְעַנַּג (ve-hit‘an·nag) = “deliziati, trova gioia” → indica un rapporto di intimità e piacere spirituale con Dio.
גּוֹל (gol) = “rotola/affida” → immagine molto concreta: lascia che la tua via “rotoli” su Dio, come un peso consegnato.
וּבְטַח (u-vetaḥ) = “confida con sicurezza” → la radice connota una fiducia ferma, senza esitazioni.
Διὰ τοῦτο λέγω ὑμῖν, πάντα ὅσα προσεύχεσθε καὶ αἰτεῖσθε, πιστεύετε ὅτι ἐλάβετε, καὶ ἔσται ὑμῖν.
Dia toûto légō hymin, pánta hόsa proseúchesthe kaì aiteîsthe, pisteúete hóti elábete, kaì éstai hymin.
"Per questo vi dico: tutte le cose che pregando domandate, credete che le avete ricevute, e saranno per voi.
(La Scrittura, Buona Notizia secondo Marco 11:24)
Nota interessante:
Il verbo ἐλάβετε (elábete) è al passato, quindi letteralmente significa "le avete già ricevute".
Questo rafforza l’idea che la fede deve essere certezza già realizzata, non solo speranza futura.
Nel Nome di Dio, il Compassionevole, il Misericordioso
وَإِذَا سَأَلَكَ عِبَادِي عَنِّي فَإِنِّي قَرِيبٌۖ أُجِيبُ دَعْوَةَ ٱلدَّاعِ إِذَا دَعَانِ
Wa-idhā sa’alaka ‘ibādī ‘annī fa-innī qarīb, ujību da‘wata ad-dā‘i idhā da‘ān
“E quando i Miei servi ti chiedono di Me, [dì loro che] Io sono vicino. Rispondo all’invocazione di chi Mi invoca quando Mi invoca.”
(La Lettura, Qur'an, Sura 2:186, La Giovenca)
Come ognuno di noi sa fin dall’infanzia, gira voce che l'essere umano possa fare e avere tutto ciò che veramente vuole.
Per esercitare questa potenza bisogna soltanto chiedere quel che si vuole al Dio Creatore: e cioè compiere, in pratica, tre distinte operazioni, di cui soltanto la prima richiede un certo impegno:
accorgersi di desiderare una determinata cosa;
cominciare a volerla;
lasciare che alla sua realizzazione cooperi il Creatore, che è sempre più avanti di ciò che già esiste.
Desiderare significa sentire la mancanza di qualcosa di preciso.
Volere, invece, è facile: è sufficiente aspettare, e spesso, durante il giorno, comincia il Volere: come un vento che si alza da tutto e in tutto, più grande, più profondo, più importante di tutto e di chiunque.
Il verbo «volere» indica soltanto la capacità di accorgersene, e di servirsene: «noi vogliamo» significa insomma che abbiamo alzato una qualche vela, in attesa di quel vento, nella direzione di quel che siamo riusciti a desiderare, perché il Volere porti tutta la nostra vita in quella direzione.
Infine, chiedere a ’Elohiym è addirittura facilissimo: significa non interferire con l’azione di quel vento. Non dubitare, per esempio, che la vela sia nella posizione giusta, non spostarla in continuazione se il vento del Volere tarda un po’.
Chiedere al Dio-Divenire, è lasciare a Lui tutte le questioni di principio e opportunità, e preoccuparsi soltanto che la vela ci sia, e confidare che sia autentica.