Il Paradigma dell'Islam

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16 – Il successo

Di frasi motivazionali o di giudizi, se vuoi, che ci aiutano a definire il successo il mondo ne è pieno. La televisione ed il cinema ci bombardano continuamente - oltre che con storie di omicidi, ladri e criminalità - anche con immagini di persone di successo. Sembra che il successo sia riuscire ad avere una barca di soldi, vivere in hotel o case di lusso, viaggiare continuamente per il mondo e - in definitiva - riuscire a soddisfare ogni nostro piccolo o grande capriccio.  

Questo tipo di successo appartiene a chi mette l'argomento PIACERE al centro del proprio paradigma... e dura poco. E' quello che succede spesso a chi diventa improvvisamente milionario in seguito ad una fortunata vincita al gioco d'azzardo, tipo gratta e vinci. Nel momento esatto in cui scopri di aver vinto una grossa somma di denaro il tuo paradigma cambia conformazione e qualsiasi cosa avessi al centro - se non abbastanza solida - lascia il posto all'argomento piacere e da li a poco inizierai a sperperare i soldi vinti in giro per il mondo senz'altro filo conduttore che il soddisfacimento di ogni tuo capriccio. Questo non è il successo. Una vita vissuta così non descrive una vita di successo. E neanche avere tanti soldi grazie al proprio lavoro, se vivi sperperando, si può definire una vita di successo. Avrai certamente avuto successo nel lavoro e in questi termini il successo potrebbe definirsi con il raggiungimento del proprio obiettivo. E questa è la chiave di volta: la qualità del tuo successo è uguale alla qualità del tuo obiettivo.

In termini di descrizione dei paradigmi, è quella che chiamo la destinazione. Solo al traguardo scopriamo se abbiamo avuto successo oppure no. Va da sé che la destinazione è influenzata dalla direzione impressa alla tua vita. In termini moderni potremmo dire che vivere è come gestire un'azienda e ognuno di noi è il direttore della propria azienda ed ogni direttore che lo voglia o meno imprime una direzione all'azienda da lui gestita e la direzione impressa condurrà da qualche parte. Nel nostro universo binario sono solamente due i posti dove possiamo andare: verso il successo o da qualsiasi altra parte che non sia il successo. Il successo è il centro del bersaglio, tutto il resto è qualcos'altro.  

Adesso, se sono riuscito a trasmetterti qualcosa, avrai già compreso dell'importanza del pensare cominciando dalla fine. E' così che possiamo valutare la qualità del successo che vorremmo raggiungere, ed è così che possiamo misurare il nostro attuale paradigma per vedere se ci conduce verso quello che reputiamo essere il successo, il nostro punto di arrivo. O se ce ne stiamo inesorabilmente allontanando. Hai già affrontato con te stesso l'argomento morte? Vuoi che ti rifaccio la domanda? Cosa pensi della morte? Che influenza ha nella direzione che il tuo paradigma ti impone? E' la fine dell'esistenza a definire una volta per tutte la qualità del nostro successo.  

A vent'anni non riusciamo a pensare alla morte, ci sembra un qualcosa di totalmente fuori luogo. A trent'anni siamo immersi nei nostri obiettivi terreni e la morte è l'ultimo dei nostri pensieri. A quaranta cominciamo a tirare qualche somma ma sempre in relazione ai nostri obiettivi terreni. A cinquanta il pensiero della morte comincia a sfiorarci ma ci ripetiamo continuamente fino ad auto-convincerci che abbiamo ancora tutta la vita davanti. A sessanta siamo già stanchi di tutto e sogniamo tutti di essere nella posizione - appresa dalla cultura nella quale siamo cresciuti e abbiamo vissuto - di poter finalmente mettere il piacere al centro del nostro paradigma e goderci un poco la vita sul pianeta Terra, come se questa fosse la risposta migliore alla domanda perché vivi?  

Cosa si trova a furia di vivere l'intera esistenza in direzione di quel Vero Nord ( True North ), dove si arriva? Cosa c'è alla fine della Retta Via? Dove conduce?  

Al verso 12 della sura 57 del Qur'an - chiamata Il Ferro - è detto: Un Giorno vedrai i credenti e le credenti circondati dalla loro luce: «Oggi vi è data la Buona Notizia di Giardini nei quali scorrono i ruscelli, dove rimarrete in perpetuo: questo è davvero l'immenso successo». Un giorno... non adesso. Questa è una cosa che non piace alla maggior parte dei non-credenti che reclamerebbero di poter godere di quell'immenso successo adesso, durante la loro vita terrena - soprattutto perché non hanno alcuna fiducia, fede in un'altra possibile vita post-mortem. E' come chi esige il rientro da un debito immediato perché ha perso interamente la fiducia verso la capacità del debitore di poter restituire il denaro preso in prestito.  

Ho sempre desiderato chiedere a tutte queste persone - non so se tu sei una di loro - una cosa: se veramente credi non ci sia un'altra vita dopo la morte, se veramente credi non ci siano quei Giardini, un Paradiso di qualsiasi specie e l'unica vita possibile sia quella che sperimenti adesso sul pianeta Terra, perché non rubi, menti, inganni e uccidi pur di godere appieno di questa misteriosa e fortunata opportunità che hai avuto di essere vivo adesso?! Voglio dire, il più alto ideale di vita dovrebbe essere quello di possedere immense ricchezze ottenute a qualsiasi costo - e riuscendo ad ingannare la giustizia umana. I nostri eroi dovrebbero essere i più grandi criminali di ogni tempo.

Togli Dio dal centro del tuo paradigma, togliLo anche da ogni possibile argomento circostante e questa sarà comunque la direzione verso la quale ti starai muovendo: la criminalità, ogni occasione sarà buona per la mors tua vita mea. La ferma convinzione che Dio sia in alto e non dappertutto, che non veda, che non esista un giorno dopo al giorno della nostra morte, conduce inesorabilmente a comportamenti criminali.

Il successo sul pianeta Terra consiste nel raggiungimento dei propri obiettivi, ma l'immenso successo, il successo più grande è risvegliarsi nel dopo-morte e scoprire di poter vivere in eterno in un luogo dove il Male -- in qualsiasi sua forma - non esiste. E' una questione di fede? Assolutamente si. E' una questione di convinzioni sorrette o meno da numerosi riferimenti. Nessuna delle due fazioni potrà mai addurre ragioni scientifiche che convalidino le proprie idee al riguardo. I due paradigmi di base conducono ad esistenze diametralmente opposte e l'idea di Dio è lo spartiacque che divide l'umanità intera presente, passata e futura in due. Il nostro è un universo binario, l'abbiamo già detto. L'intera matematica è fondata sui concetti di Zero e Uno, di qualsiasi cosa possiamo renderci conto possiamo immaginarne il contrario. Viviamo un'esistenza binaria e non abbiamo possibilità di poter fare diversamente.


17 – Dio vede

Abbiamo fatto un po' di strada sino a qui ed è tempo di tirare le somme e fare un punto preciso di cosa abbiamo compreso.  

Possiamo vivere come dei burattini senza fili manovrati dal nostro inconsapevole centro di paradigma, oppure possiamo prendere coscienza della nostra Visione del Mondo e provare ad indirizzare la nostra vita in modo da poter avere successo in ciò che desideriamo.  

Al centro del nostro paradigma c'è il fulcro del nostro senso d'identità, quello che noi reputiamo essere il nostro valore intrinseco, l'idea o il pensiero di ciò che guida la nostra vita e la nostra comprensione del modo in cui le varie parti, i vari argomenti della nostra vita interagiscono e sono connessi tra loro.  

Abbiamo identificato che esistono, possono esistere solamente due paradigmi di base: in uno Dio esiste e nell'altro Dio non esiste. La convinzione che Dio esista può stare al centro del paradigma - e questo è il paradigma dell'Islam - oppure essere solamente uno degli argomenti che ruotano intorno al proprio centro. Credere nell'esistenza di Dio e ritenere che questa convinzione sia solo uno degli aspetti importanti delle nostre vite rende il nostro paradigma efficace solo a metà rispetto al fatto di poter sfruttare l'esistenza al meglio delle possibilità offerte dalla vita di noi esseri umani sul pianeta Terra. Il fatto che Dio sia solo uno degli argomenti del proprio paradigma implica che al centro ci stia qualcos'altro che per noi ha maggior rilevanza di Dio e questo rende la nostra efficacia – ovvero, il rapporto tra produzione e capacità di produrre - piuttosto debole e ci lascia in balia di qualsiasi altro argomento noi reputiamo essere al centro del nostro paradigma. Non includere in nessun modo l'idea di Dio nel nostro paradigma fa di noi bandiere agitate dal vento. Riusciremo magari a condurre un'esistenza nel lusso che la vita sul pianeta Terra rende possibile ma il nostro percorso sarà continuamente messo in discussione dagli eventi esterni, nostri veri padroni.  

E' solo mettendo al centro Dio che possiamo raggiungere l'immenso successo come fossimo solide strutture. Perché? E come possiamo sapere che Dio è al centro del nostro paradigma? Come possiamo sapere cosa c'è in ogni caso al centro del nostro paradigma?  

Come detto, si può rendere l'idea di efficacia in una formula: Efficacia = Produzione / Capacità di Produrre ( Covey ). Se nell'arco della nostra esistenza la produzione intacca la nostra capacità di produrre, il nostro paradigma non è efficace e la nostra vita non è serena. Similmente se la nostra capacità di produrre non produce alcuna cosa o produce azioni e cose di bassa qualità, anche in questo caso il nostro paradigma non è efficace e la nostra vita non sarà serena. Solamente il giusto equilibrio tra produzione e capacità di produrre può dirsi efficace. Una vita sorretta da un paradigma efficace è una vita serena anche in mezzo ad una tempesta. L'unica forma di paradigma che può dirsi efficace è quella che mette al centro Dio: il paradigma dell'Islam.  

Gli atei, gli agnostici, i non-credenti di ogni tipo, rispetto al Dio Unico prospettato dal paradigma dell'Islam, avranno un bel dire adesso: la mia vita è ed è stata e sarà efficace anche senza l'illusione di Dio. Non possono fare altrimenti, perché al centro del loro paradigma hanno un padrone diverso. E' sempre il loro paradigma che comanda e guida le loro vite e - certamente - hanno la convinzione che l'essere umano basti - deve bastare! - a se stesso, che l'intelligenza sia una proprietà intrinseca della struttura molecolare del proprio cervello e che la vita sul pianeta Terra sia solamente una fortuita coincidenza dovuta al dio caso.

Il dio caso è cieco e ingiusto. Il Dio Unico prospettato nell'Islam ci vede benissimo ed è perfettamente giusto. Chi professa di essere ebreo Lo conosce, e i migliori tra loro Lo ascoltano, senza obbedirGli però. I cristiani sono in grande confusione: quello di cui parlo adesso è in buona sostanza quello che si evince del messaggio lasciato da Gesù attraverso le Buone Notizie ( Vangeli ) arrivati sino a noi... ma non hanno al centro dei loro paradigmi Dio. Ed infine i cosiddetti musulmani di oggi, nella stragrande maggioranza, anche loro tengono l'idea di Dio come un argomento rilevante intorno al loro centro che è qualcos'altro.

Molti di loro - inconsapevolmente - hanno la SOCIETA' al centro, la gente, e questo li indirizza verso comportamenti improntati al fanatismo cieco e crudele perché sono manipolati dal pensiero della gente, di cosa la gente può pensare o meno di loro - e questo è l'unico vero motivo per cui si assiste ad episodi anche violenti nei confronti delle donne, per esempio, che in certe culture sono obbligate ad indossare il velo perché Dio lo comanda nel Qur'an. Dio, però, nel Qur'an dice anche che non deve e non può esserci imposizione nel giudizio, nella religione.

Non c’è costrizione nel giudizio. La Retta Via ben si distingue dall’errore. Chi dunque rifiuta gl’idoli e crede in Dio, si aggrappa all’impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Dio è Audiente, Sapiente. ( La Lettura, Forma 2 [ 87 ], La Giovenca )

Ed è perfettamente giusto: puoi costringermi a piegare le ginocchia in atto di preghiera ma non potrai mai costringermi a pregare! Voglio dire, posso assumere la posizione della preghiera ma il mio cuore non sta pregando o adorando Dio per niente! La stessa inutilità si manifesta quando in certe culture si obbligano le donne ad indossare il velo con il solo intento di rendere alla gente un'immagine della propria famiglia in linea con il Qur'an. Una donna indossa spontaneamente il velo se così facendo crede di fare cosa gradita a quello che lei riconosce essere il proprio padrone, rabbi, in armonia con il proprio paradigma che ha Dio al centro. Il marito o il padre non sono i padroni della donna, sono solamente responsabili per la donna, secondo il dettato qur'anico. Il padrone, il rabbi, di ognuno di noi è Dio e nessun altro. Questo è l'unico motivo per cui, in vista di una vita efficace, deve stare al centro del proprio paradigma. Qualsiasi altra cosa sia al centro dei nostri paradigmi che non sia Dio, diventa il nostro cieco e ingiusto padrone.


18 – Si, ma io non Lo vedo

Io non Lo vedo, non Lo sento. Dov'è?! Se è vero che c'è perché permette la guerra, le crudeltà e tutto il male che commettiamo sul pianeta Terra?  

Immagina solo per un attimo di essere tu Dio - gli somigli tra l'altro! Immagina di voler creare un essere che ti obbedisce in ogni cosa tu voglia comandargli: un perfetto automa, un robot che cucini e faccia le pulizie a casa al posto tuo, che vada perfino a lavorare al posto tuo. Ne saresti felice, forse, e potresti riempire il mondo di questi esseri mentre tu te ne stai su una spiaggia dorata ai Caraibi. Cosa hai creato? Hai creato quello che il Qur'an definisce un angelo, una creatura che non può fare altro che obbedire e - anzi! - è felice solo quando obbedisce ai tuoi comandi. Sei un angelo! si usa dire quando qualcuno riesce ad aiutarci tirandoci fuori dai guai senza chiedere niente in cambio. E infatti gli angeli sono così. Non hanno libero arbitrio.  

Immagina adesso che dalla tua isola ai Caraibi nasca in te il desiderio di poterti confrontare con qualcuno, di avere un contraddittorio o anche solo di ascoltare l'esperienza e la storia di qualcuno. Immagina di voler un amico con te ai Caraibi. L'angelo che hai creato sarà, probabilmente, la tua prima scelta fino a che ti rendi conto che qualsiasi cosa tu dica lui ti da ragione, che non ti contraddice mai, che pende dalle tue labbra e parli con te solo quando tu gli comandi di parlarti. E' questo l'amico di cui avresti bisogno? Quindi crei quello che il Qur'an chiama l' Adam, ovvero l'essere umano: una creatura che è LIBERA DI SCEGLIERE se obbedirti o meno, se e quando parlare o giocare con te, e se ritenere a suo giudizio se quello che dici sia ragionevole o meno. Questi siamo noi. Nel momento stesso in cui Dio ostacolasse il nostro libero arbitrio ci retrocederebbe al grado di angeli, ma noi non siamo angeli. Siamo esseri umani, ADaM, fatti di sangue e carne. Non siamo fatti di luce.  

E' questo il motivo per cui quando qualcuno di noi sevizia un bambino, lo tortura e poi lo uccide Dio non interviene. NOI SIAMO LIBERI DI FARE QUELLO CHE CI PARE... qui sulla Terra. Molti di noi non credono che Lo incontreranno e non credono che per loro ci sia pronto un castigo umiliante ed eterno. Cosa posso farci? Se lo prendo io tra le mani, il seviziatore di bambini, gli faccio molto male e spero di non ucciderlo ma di fare in modo che per il resto dei suoi giorni pianga lacrime di dolore e sangue. Se agisce lontano dalla vista di tutti e la giustizia umana non lo pizzica, Dio lo ha visto - che lui ci creda o meno - e il bambino avrà il suo paradiso post-mortem ( e in fin dei conti, è vero che si è perso il bello della vita ma si è perso anche i dolori che la nostra esistenza terrena ci procura, come quello di avere a che fare con i seviziatori di bambini! ).  

Dio ha creato l'essere umano per amore, e solo per amore. Ci ha fatti superiori agli angeli e, in virtù della nostra facoltà di poter scegliere liberamente tra bene e male, capaci anche della più infima bassezza. E in questo siamo peggiori del peggior diavolo - che è una creatura che non può fare altro che disobbedire! Noi possiamo scegliere. E possiamo godere - in virtù dell'amore per il quale siamo stati creati - della bellezza presente nell'universo e dentro di noi. Possiamo creare, ad immagine e somiglianza del nostro rabbi. E, caratteristica principale! siamo liberi. Angeli e demoni non lo sono veramente. Tutti gli animali - dai quali non discendiamo - non sono veramente liberi! Sono sul pianeta solo per servirci - e metterci alla prova. Tutto quello che vedi, senti, ascolti, tocchi è stato creato solo per te. Solo per fare in modo che tu possa scegliere liberamente il Bene. E allora - alla fine dei giorni sulla terra che ti sono stati assegnati, pochi o molti che siano - se hai liberamente scelto il Bene, potrai entrare nella dimensione d'amore per la quale siamo stati creati: il Paradiso.  

E' chiaro questo punto? La dimensione detta del paradiso è quel luogo dove non esiste più alcuna differenza tra idea e azione. Sulla Terra, se vuoi bere coca cola – idea - devi procurartela - azione. In paradiso se vuoi bere coca cola ti si presenta immediatamente un angelo con un bicchiere di coca cola per te. E se mentre lo bevi ti rendi conto che avresti preferito un'aranciata, la coca cola all'interno del tuo bicchiere diventa aranciata. In paradiso non esiste differenza tra idea e azione! Se Dio ci metteva direttamente in Paradiso liberi di scegliere, capaci del più grande gesto d'amore e allo stesso tempo capaci delle più infime bassezze, riesci ad immaginare cosa il peggior criminale tra noi poteva fare? Quella dimensione non sarebbe più un paradiso ma un inferno!

E' assolutamente necessario - e perfettamente ragionevole - che una creatura come noi abbia un periodo di esistenza terrena dove poter sperimentare il Bene ed il Male e scegliere liberamente il Bene per poter sperare di accedere alla dimensione detta del paradiso, nostra reale meta finale.


Sei stato creato per amore e solo per amore. E per vivere in eterno godendo di quell'amore in una dimensione chiamata il paradiso. La vita sulla Terra è solo vana illusione e godimento effimero.  

Questa convinzione è presente nel tuo paradigma?