Avete presente i Neuroni Specchio?

I neuroni specchio sono un gruppo di cellule nervose scoperte negli anni ’90 da un team italiano guidato da Giacomo Rizzolatti, nell’area premotoria del cervello delle scimmie.

Si attivano sia quando compiamo un’azione, sia quando vediamo qualcun altro compiere la stessa azione.

In pratica, il cervello “specchia” ciò che osserva: è come se stessimo facendo noi l’azione che vediamo fare agli altri.

I neuroni specchio rendono possibile l'apprendimento per imitazione automatico e inconscio nei bambini. Aiutano a comprendere le emozioni altrui: se vediamo qualcuno triste o felice, alcune aree del nostro cervello si attivano come se sentissimo quella stessa emozione.

Non solo vediamo l’azione, ma - grazie ai neuroni a specchio - “intuiamo” lo scopo: per esempio, capire se qualcuno sta prendendo un oggetto per offrirlo o per lanciarcelo contro... O semplicemente per utilizzarlo per sé stesso.

La scoperta di quest'attività neuronale nel nostro cervello, conferma su basi scientifiche, l'antica saggezza donataci da Dio (swt) attraverso i Profeti (pace su tutti loro).

Frequentando persone con atteggiamenti positivi, il nostro cervello tende ad assorbire comportamenti, posture, espressioni e schemi emotivi simili.

Allo stesso modo, frequentando persone negative, possiamo interiorizzare inconsape-volmente ansia, aggressività o pessimismo.

מְיָלֵךְ עִם־חָכָם יִחָכָם וְדֹרֵשׁ רְשָׁעִים יִכָּשֵׁל

Meyālekh im-ḥakhām yikhākham, vedōresh reshaʿim yikkāshēl.

“Chi cammina con un saggio diventerà saggio, ma chi cerca i malvagi inciampa.”

סֵפֶר מִשְלֵי שְלֹמֹה
Sefer Mishlê Shelomoh – “Libro dei proverbi di Salomone”, La Scrittura, Proverbi, 13:20

Nota come nel testo originale non si parla genericamente di “compagnia”, ma di azione attiva di camminare o cercare qualcuno.

Il verbo יִחָכָם (yikhākham) significa “diventare saggio”, דֹרֵשׁ (dōresh) significa “cercare, frequentare, seguire” e יִכָּשֵׁל (yikkāshēl) significa “inciampare, cadere”.

L’idea è che il nostro percorso e le nostre scelte determinano l’influenza degli altri su di noi, proprio come suggeriscono i neuroni specchio.

Il verbo ebraico dōresh implica ricerca attiva della compagnia: non basta che le persone siano accanto a noi, ma il nostro impegno a frequen-tarle determina l’effetto.

L’essere umano si plasma anche attraverso il contatto con gli altri.

Senza rendercene conto, assorbiamo il linguaggio, i modi di pensare, le abitudini e perfino le emozioni delle persone con cui passiamo più tempo.

È il meccanismo dei neuroni specchio: tendiamo a imitare e interiorizzare i compor-tamenti di chi ci circonda.

Frequentare persone motivate e oneste può tirare fuori il meglio di noi.

Frequentare persone negative o viziose può trascinarci verso abitudini distruttive, anche se inizialmente pensiamo di esserne immuni.

Non significa che perdiamo sempre la nostra individualità: una persona forte e consapevole può entrare in contatto con ambienti diversi senza “diventare” necessariamente come loro.

Però, nel lungo termine l’influenza del gruppo resta potente: si tratta di una forza sottile, che agisce col tempo.

Le relazioni sono forze di trasformazione.

Possiamo subirle passivamente, oppure sceglierle con intenzione.

Se vuoi crescere in una direzione, cerca persone che incarnino quella qualità.

Se vuoi cambiare in meglio, scegli ambienti e relazioni che ti stimolino in quella direzione.

Aristotele diceva che l'essere umano è un animale politico (zoon politikon), cioè fatto per vivere in comunità. Le virtù si coltivano stando accanto a chi le pratica: la giustizia, il coraggio, la temperanza si apprendono frequentando uomini giusti, coraggiosi e temperanti.


➝ In altre parole, non si diventa virtuosi da soli, ma imitando e condividendo con altri.

Lo stoico Seneca avvertiva del pericolo delle cattive compagnie: “Nessuno di noi, per quanto forte, è così saldo da non rischiare di diventare come coloro con cui vive.”


➝ La sua raccomandazione era di scegliere con cura le amicizie, perché l’animo umano è permeabile.

Platone nella Repubblica insiste sul fatto che l’ambiente educativo e sociale plasma l’anima. Perfino le storie, le musiche, le parole ascoltate da bambini influenzano il carattere da adulti.

Nietzsche, nel "Crepuscolo degli Idoli" nell'aforisma 70 non parla direttamente di “compagnia”, ma sottolinea che siamo chiamati a liberarci dalle masse e a cercare spiriti affini che stimolino la nostra crescita, invece di quelli che ci trascinano giù.


Bisogna essere profondi e forti per sopportare la compagnia di spiriti affini; i grandi spiriti si incontrano e si stimano, ma devono anche liberarsi dalla massa che li trascina giù.”


➝ “Il tuo vero io non lo troverai in te stesso, ma in coloro che ti appartengono realmente.”

Anche in Psicologia Contemporanea si parla di influenza sociale e contagio emotivo: le emozioni, i comportamenti e persino i livelli di successo tendono a sincronizzarsi all’interno dei gruppi. Questo spiega perché “sei la media delle 5 persone che frequenti di più” (detto moderno molto usato nello sviluppo personale).

Anche il Profeta ﷺ disse:

“La persona (ar-rajul, l'adulto) è sul giudizio del suo amico intimo; ciascuno guardi a chi prende come amico.”
(Abu Dawud, Tirmidhi)

Cioè: la compagnia non influenza solo il comportamento esteriore, ma lo stato interiore e il "giudizio" dell’individuo.

È necessario scegliere con attenzione chi frequentare.

I saggi e gli amici virtuosi promuovono la crescita personale.

I malvagi o i compagni negativi portano a cadere, sbagliare o indebolire la propria integrità.

Si capisce meglio adesso il mio: "No Islam No Party" ? Possiamo conoscerci, frequentarci ma non potrai essere mio "amico" fuori dall'Islam. 

La compagnia non è un dettaglio: è un mezzo potente di formazione della persona, che agisce sul comportamento, sul carattere e anche sullo stato spirituale.