
Capitolo Uno – La Forza di Amare
Mi perdonino i Cristiani Cattolici ma la Trinità non l’ho mai capita. L’idea stessa di un Dio che è Uno e Trino è sempre stata estranea alla mia mente. Sin da piccolo, durante le ore di catechismo nella parrocchia di Don Giovanni Bosco, cercando di capire, facevo molte domande al prete che ci insegnava ma le sue risposte non mi convincevano per niente, fino al punto che non volli fare la prima comunione e non ci fu modo di potermi convincere. Voglio dire: Dio è uno, è il Padre, però anche lo Spirito Santo è Dio… e fino a qui con qualche acrobazia intellettuale posso anche arrivare ad immaginare che Dio sia Spirito ( non comprendo però perché dovrebbero essere due “persone” diverse ma uguali! ). E’ quando poi entra in gioco il Figlio mi perdo completamente. Mistero della Fede mi diceva il prete, non si può comprendere. Cioè, Dio è Padre e Spirito Santo, sempre, ma si è incarnato per soli 33 anni del nostro tempo come Figlio… cioè: era Figlio anche prima e lo è anche dopo i fatidici 33 anni incarnato… ma perché? Che bisogno aveva? Lui è Dio, l’Onnipotente! Per salvarci dal peccato originale, dice la Chiesa. No, non mi convince: Dio, se è Dio è anche Onnipotente non ha bisogno di incarnarsi e farsi uccidere per salvarci dal peccato lasciando che commettiamo un’ingiustizia. Non ci si salva dal peccato commettendo ingiustizie. Che senso ha salvare Barabba e uccidere… Dio?! Uccidere può condurre in Paradiso in casi molto estremi ma non è certamente la strada maestra per salvarci dal peccato. E di quale peccato può macchiarsi un bambino appena nato?! Quale peccato avevo commesso io a quell’età?!
Va bhe, dirai tu, forse il prete con cui parlavo da piccolo non era poi il prete più intelligente che ci sia. Ma io non mi arresi. No no, in qualche modo l’argomento mi interessava e poi mi è sempre piaciuto molto studiare. Così, durante le vacanze estive lessi la Bibbia per intero, per la prima volta. Oggi penso ancora che il Qur’an e la Bibbia siano i Libri dei Libri. Ineguagliati dalla scrittura degli esseri umani. Non esistono altri libri dove trovi tutto quello che può servirti; nei nostri libri puoi trovare questa o quella informazione, ma nei testi sacri trovi ogni cosa.
Non è un pensiero nuovo per chiunque abbia affrontato seriamente lo studio della Bibbia, Testimoni di Geova compresi: la condotta e l’insegnamento della Chiesa Cattolica appaiono molto sospetti e ricchi di nonsense. Però ero ancora un po’ troppo piccolo e quello che imparai dalla mia prima lettura della Bibbia furono solamente i racconti delle varie vicende narrate; le vite dei vari profeti e re e la storia sommaria di Gesù e dei i suoi apostoli. Non è che compresi molto e così il pensiero di Dio restò indefinito e molto distante dalla mia vita.
Crescendo imparai ad amare la lettura sempre più. Mio padre – uomo di piccola ma forte cultura – nel tempo stava raccogliendo una biblioteca a casa che diventava sempre più grande. Anche lui ha amato leggere molto. Leggere è stare a contatto con le menti di persone che non riesci ad incontrare sotto casa… e se le incontri dal panettiere non hai modo di affrontare certi argomenti tra francesini e bocconcini. E così nei corridoi del tempo incontrai un libro dal titolo “La Forza di Amare”, una raccolta di alcuni discorsi del reverendo Martin Luther King della Chiesa Battista, non Cattolica, che dopo Peter Pan e Robin Hood divenne il mio eroe preferito.
Dobbiamo convincerci – diceva Martin Luther King – che accettare passivamente un sistema ingiusto significa cooperare con quel sistema e divenire, così, complici del male che vi è in esso. La violenza apporta solo vittorie temporanee: creando molti più problemi di quanti ne risolve, essa non porta mai una pace permanente. Una Voce, echeggiando attraverso i corridoi del tempo, dice ad ogni intemperante Pietro: “Riponi la tua spada”. Dobbiamo usare la nostra mente con altrettanto rigore per pianificare la pace l’abbiamo usata per pianificare la guerra. Come non poteva diventare il mio eroe?! Martin Luther King era dolce come Peter Pan e astuto come Robin Hood. Un dritto.
Capitolo Due – I Grattacieli di Sale
La mia infanzia è stata tutto sommato molto felice. Ho giocato ed ho sognato lontano da grandi problemi fino a grandicello. Grazie ai miei amici incontrati sulle pagine dei libri non mi sono mai sentito solo anche quando lo potevo essere; furono i primi amori non corrisposti che mi insegnarono cosa potrebbe significare sentirsi solo, ma questa è un’altra storia. Nel 1979, avevo 12 anni, Renato Zero pubblicò l’album eroZero che finì nelle mie mani per chissà quale motivo. Anche questo fu amore a prima vista. Il personaggio di Renato Zero rispecchiava e incarnava per me il modello “anticonformista trasformato, acuto di mente e docile di spirito” che avevo imparato a sognare leggendo Martin Luther King. Era il mio nuovo Robin Pan ( o Peter Hood, che dir si voglia ). Nei Grattacieli di Sale nascondi la tua viltà, per affidare a un bottone l’intera umanità che non sa! Ma imprigionare il vento, nei grattacieli non puoi; finché il sorriso ed il pianto apparterranno a noi! – cantava Renato Zero con la sua voce carica di espressione convincente, vera. Non mi importava se qualcuno mi prendeva in giro: La tua idea. La tua idea! Non mollare, difendi la tua idea mi ripeteva Renato. Finì per diventare un sorcino e ogni cosa relativa a Renato Zero mi affascinava, il pensiero di Dio era lì ma continuava ad essere molto, ma molto indefinito fino all’uscita dell’album Tregua che conteneva il brano Potrebbe essere Dio. Era tutto molto chiaro: se c’era un Dio da discutere, adesso non c’è più. Il Dio che proponeva Renato abitava in un cuore, in un atto d’amore, nel mio immenso io… non è che si capisse molto cosa o chi fosse questo Dio ed era aperta una porta alla possibilità che non esistesse: semmai non sarà Dio, sarà ricostruire. Ricostruire. Parola interessante.
Qualche tempo dopo andai con dei miei compagni di scuola a vedere un film al cinema. Era Kiss Phantoms del gruppo rock americano dei Kiss. Fu una folgorazione. Le prime note di Rock and Roll All Nite e i video clip di I Was Made For Lovin’You e Sure Know Something inserite nella versione italiana del film cambiarono per sempre la mia esistenza. Dimenticai di essere un sorcino e mi innamorai del rock duro. Alla scuola dei Kiss c’era ben poco su cui riflette in termini del divino: era rock duro per tutta la notte e festa tutti i giorni!
Ma la mia evoluzione seguiva una sottile e invisibile trama. Il commento di Martin Luther King al versetto 2 del capitolo 12 della Lettera ai Romani di San Paolo era rimasto impresso in me, indelebile: Non conformatevi a questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente. Noi siamo chiamati ad essere un popolo di convinzioni, non di conformità – mi aveva detto il mio amico Martin Luther – molti temono sopra ogni altra cosa il prendere una posizione che si distingua nettamente e chiaramente dall’opinione prevalente. La tendenza dei più è di adottare un punto di vista così ambiguo da includere tutto e così popolare da includere tutti. La speranza di un mondo sicuro, in cui sia possibile vivere, è riposta nei non-conformisti disciplinati, impegnati per la causa della Giustizia, della Pace, della Fraternità. Noi dobbiamo fare una scelta. Continueremo a marciare al rullo del tamburo del conformismo e della rispettabilità, oppure, ascoltando il battito di un tamburo più lontano, ci muoveremo seguendo il suo suono echeggiante? Come non mai prima, noi siamo oggi sfidati dalle parole di ieri: “Non siate conformati a questo mondo, ma trasformatevi attraverso il rinnovamento della vostra mente”.
Non credo che il reverendo Martin Luther intendesse: ascoltate Renato Zero e ballate al suono della musica dei Kiss… però è quello che feci in un ambiente dove entrambe le cose erano contro la rispettabilità e il conformismo della massa. Anzi, caricai la mano: scoprì la musica degli Ac-Dc, degli Iron Maiden e dei primissimi Metallica e diventai un vero metallaro con tanto di capelli lunghi E’ in questo periodo che cominciai pure ad interessarmi della Musica in senso più ampio imparando a suonare prima la chitarra e poi il basso elettrico, che divenne ben presto la mia bruciante passione.
Se Dio esisteva e aveva creato la musica… dovunque fosse, chiunque fosse, doveva comunque essere un dritto!
Capitolo Tre – Il Gabbiano Jonathan Livingston
Ogni anno, per molti anni, il 22 di maggio mia madre mi portava in processione alla festa di Santa Rita da Cascia. Vestito con un saio e con una candela enorme in mano io non capivo ma mia madre ne era molto sicura: santa Rita mi aveva miracolato, ero salvo solo grazie a lei. La storia è questa: al momento di venire al mondo non so come mi sono incastrato con la testa ed il braccio sinistro fuori ed il cordone ombelicale che non si capiva com’era messo, proprio lì nel posto da dove si nasce e stavo per morire soffocato. Gli operatori presi dal panico hanno optato allora per l’uso di un forcipe per tirarmi fuori e nel farlo mi hanno rotto la spalla destra, però sono nato. A quel punto la devozione di mia madre si è rivolta a Santa Rita affinché mi salvasse il braccio e io potessi condurre una vita da persona normale e non handicappata. Dopo qualche anno di intense cure mediche Santa Rita evidentemente mi ha salvato il braccio quindi adesso ogni anno ero obbligato a rendere omaggio alla Santa andando in processione con un’enorme candela in mano. Non ho assolutamente intenzione di invalidare la bontà e la santità di Rita da Cascia, anzi trovo che la sua storia sia lodevole ma oggi come allora penso che se c’è qualcuno che può intervenire nelle umane vicende con mano invisibile e potente è Dio e non un essere umano già morto, perché la morte – per senso di Giustizia Divino – è uguale per tutti. A questo punto avrebbero ragione quei cinesi che venerano gli antenati nella certezza che si occupino ancora delle vicende terrene dall’oltretomba. E si! O tutti o nessuno!
E poi, i santi, voglio dire, non è Dio che li santifica, sono gli esseri umani a riempire i calendari di nomi e protezioni. Oggi come allora mi sembra idolatria e ne ho paura. Così, con questi pensieri in testa, il rock and roll nelle orecchie e la mia convinta non-conformità incontrai il Gabbiano Jonathan Livingston in un caldo pomeriggio d’estate. Sfido chiunque abbia letto quel libro a non aver acceso nella sua anima una seppur debole speranza che esiste un’altra vita, che deve esistere un’altra vita. Non ero certo un reietto, ma come Jonathan non ero uguale agli altri gabbiani del mio stormo, così diventammo subito ottimi amici.
“Lascia stare la fede!” diceva il gabbiano Chiang al gabbiano Jonathan, “non ti è servita la fede per volare, hai dovuto capire il volo”. Nello stesso modo mi ponevo io al pensiero di Dio. Non poteva essere questione di fede, non poteva essere incomprensibile. Incomprensibili e misteriose erano solo le spiegazioni degli uomini della Chiesa e se la Bibbia era la Parola di Dio, era scritto proprio lì che questi aveva parlato ad Abramo così come il gabbiano Chiang parlava al gabbiano Jonathan… altro che fede! Altri Messaggeri avevano incontrato altri uomini per guidarli e poi c’era Gesù che sapeva senza sapere di sapere! Leggendo la storia del gabbiano Jonathan non potevo evitare di sognare di incontrare un gabbiano che mi aiutasse a capire… semmai c’era per davvero qualcosa da capire.
Capitolo Quarto - Ecco Homo
E qualcuno incontrai. Lo vidi per caso nella biblioteca di mio padre, era un libro non troppo grande né troppo piccolo. Si intitolava: "Ecce Homo, Come Si Diventa Ciò Che Si È". Autore: Friedrich Nietzsche, che diventerà l'amico di molte, moltissime giornate.