Il Paradigma dell'Islam
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13 – La direzione
Approfondiamo meglio il concetto di direzione impressa dal nostro paradigma alla nostra vita. Così come Covey insegnava, possiamo ritenere che la nostra direzione nella vita sia la risultante di 4 fattori fondamentali.
Il nostro senso di valore intrinseco -- ovvero la stima che abbiamo verso noi stessi, quanta sicurezza o fiducia abbiamo nelle nostre capacità.
La nostra conoscenza - ovvero il livello di istruzione posseduto - che non deve per forza essere istruzione statale o accademica - in pratica la nostra conoscenza è la somma di tutto quello in cui crediamo. Fa parte della nostra conoscenza sapere che se poggiamo un dito su un interruttore di corrente e lo premiamo la lampadina ad esso collegata si accende o si spegne e fa altrettanto parte della nostra conoscenza sapere, per esempio, che cosa voleva esprimere Schopenhauer nel suo libro Il mondo come volontà e rappresentazione.
Questi due fattori concorrono a formare quella che potrebbe definirsi come la nostra intrinseca saggezza, la comprensione cioè di come il mondo funziona o possa funzionare, l'idea che ci siamo fatti crescendo di cosa sia possibile o impossibile, di cosa sia giusto o sbagliato: la nostra personalissima Visione del Mondo.
La nostra Visione del Mondo - ovvero il nostro paradigma - infine definisce il nostro potere di agire, il nostro risultante comportamento. E quindi i risultati che otteniamo in vita.
La formula per memorizzare il processo è questa:
Sicurezza + Conoscenza = Saggezza > Comportamento.
Sono tutti fattori correlati che si influenzano a vicenda. La fiducia, la sicurezza che abbiamo nelle nostre capacità è ampiamente dipendente dalla conoscenza che abbiamo delle nostre capacità e la conoscenza delle nostre capacità è ampiamente influenzata da ciò in cui veramente crediamo... e, spesso, anche da cosa abbiamo al centro del nostro paradigma. Se il nostro sguardo interiore è focalizzato sullo specchio sociale, sulla gente, abbiamo dato il nostro potere e le sorti della nostra direzione in mano agli altri, cioè a tutte quelle persone che fanno parte del nostro specchio e orizzonte sociale. Siamo così - per forza di cose - insicuri e abbiamo poca fiducia nelle nostre capacità: nella nostra mente facciamo continuamente riferimento a cosa la gente ne penserebbe di questo o quello e finiamo col diventare emotivamente dipendenti alla gente. Non possedendo una nostra intrinseca e personale saggezza rischiamo di ripetere spesso gli stessi errori, solo perché la gente può indurci a credere siano comportamenti da adottare nonostante la nostra conoscenza ci imporrebbe di agire diversamente. Il nostro potere è condizionato da forze così contrastanti che la direzione impressa alla nostra vita descrive una traiettoria a zig-zag con tendenza alla circonferenza - cioè ritorniamo sempre al punto di partenza.
Ricordiamo che il nostro paradigma è come una ruota formata dal suo centro e da tutti gli argomenti che vi gravitano intorno. Quando ci spinge in una precisa direzione, è come se l'intera ruota si muove verso quell'ipotetica direzione.

Nel disegno qui sopra le aree blu e rosse rappresentano il Bene e il Male. Attenzione! Bene o Male rispetto alla qualità della nostra esistenza, non rispetto a dei pregiudizi morali. Voglio dire: è comunemente considerato un male mentire... ma può essere un bene per noi in un particolare frangente - in guerra, per esempio, mentire al nemico per ingannarlo è un bene; ecco che in quel caso la ruota-paradigma si muoverà per intero verso l'area blu e non verso la rossa. Quello che Covey indicava come il Vero Nord - True North - è paragonabile a quello che nel paradigma dell'Islam - e in quello di altre fedi - è comunemente chiamata la Retta Via.
Il Vero Nord per Covey era quello indicato dai principi eterni ed immutabili, da quei valori che sono universalmente riconosciuti come un bene. Le frecce indicano le possibili direzioni che le nostre esistenze possono prendere: là dove ci conduce il nostro paradigma, noi andiamo. E - nota bene - che il fatto che alcuni cerchi-argomenti nel disegno possano sembrare un male ed altri un bene non ti tragga in inganno. E' la posizione dell'intero paradigma che va valutata e nel disegno di sopra è mostrato un paradigma che per ordine e contenuto è così così: giace un po' nel Bene e un po' nel Male... al suo interno ci sono argomenti e credenze, convinzioni da rivedere.
Nel paradigma dell'Islam ritrovarsi nell'area blu va bene, ma è una ed una sola la strada che conduce all'immenso successo, e questa strada è diritta.
Come possiamo conoscere la direzione delle nostre vite? Ah, bella domanda! Spesso ci accorgiamo di - come dire? - aver smarrito la via solo quando... l'abbiamo già persa! Nell'insegnamento di Covey - ed in quello del Qur'an - una solida stima in se stessi e la conoscenza della verità conducono alla saggezza. La saggezza - a sua volta - conferisce una qualità di comportamento, una capacità di agire, un potere che può rassicurarci di essere sulla buona strada verso il successo. Adesso, abbiamo nominato tre cose che siamo costretti a chiarire e definire meglio: auto-stima, verità e successo.
14 – L’autostima
Recita il Qur'an alla sura 61:
Glorifica Dio ciò che è nei Cieli e sulla Terra. Egli è l'Eccelso, il Saggio. O credenti, perché dite quel che non fate? Presso Dio è grandemente odioso che diciate quel che non fate. In verità Dio ama coloro che combattono per la Sua Causa in ranghi serrati come fossero una solida struttura.
L'autostima è essenzialmente fiducia in se stessi. Covey ( il figlio ) definisce la Fiducia come la risultante di due componenti: Carattere e Competenza. Se uno di questi viene a mancare o è difettoso, la fiducia non c'è o è molto bassa. Tendiamo, però, a dare fiducia istintivamente alle persone con un buon carattere a prescindere dalle loro specifiche competenze. Possiamo immaginare un medico cardiochirurgo con un carattere veramente spigoloso, un brutto carattere, però bravissimo nella sua professione e dall'altro lato un meccanico con un carattere d'oro, buono come un pezzo di pane e anche lui molto bravo nella sua professione. Da chi ti faresti operare al cuore? La specifica competenza è un elemento essenziale della Fiducia.
Similmente nell'autostima, se crediamo di non avere la competenza, la bravura necessaria a conquistare una donna, non faremo mai il primo passo e così in ogni ambito della vita: non investiremmo in borsa i nostri sudati soldi senza la dovuta competenza, non potremmo fidarci del nostro giudizio, di noi stessi. Lo stesso si può dire rispetto al nostro carattere, se sappiamo che una tale cosa o persona ci innervosisce o ci farà arrabbiare tenderemo ad evitarla: non crediamo che riusciremo a mantenere la dovuta calma, non ci fidiamo della nostra capacità di poterlo fare.
Covey figlio nel suo libro La Velocità della Fiducia insegna che il Carattere lo si può definire come la somma di Integrità, Motivazione e Intento, mentre la Competenza è identificabile come la sommatoria di Capacità, Abilità e Risultati. Ed è presto detto il perché. Le nostre Intenzioni sono alla base del nostro carattere. Intenzioni criminali fanno di noi sicuramente delle brutte persone mentre le buone intenzioni almeno ci danno la speranza di poter fare del bene, non è detto che ci riusciremo... però siamo sulla buona strada. Anche la Motivazione definisce il nostro status morale, il nostro carattere. Se intendiamo fare del bene solo per averne un personale e cospicuo tornaconto, insomma... la nostra buona azione perde qualcosa del suo valore iniziale, non è completamente disinteressata come le nostre sole intenzioni potevano lasciar credere. Il principio dell'Integrità riunisce Motivazioni e Intenzioni facendo in modo che il nostro carattere possa risultare una solida struttura. Fare quel che si dice è Integrità. Non avere secondi fini oscuri, essere chiari e trasparenti con gli altri e con noi stessi. Una bassa autostima è spesso solamente la risultante di promesse o intenzioni dichiarate a se stessi e poi non mantenute. E' così che si perde la naturale fiducia in se stessi. E' così che la si può riacquistare: farsi promesse e mantenerle. Sempre. Come si fosse una solida struttura, che non cede al minimo soffio di vento – una casa costruita sulla roccia, diceva Gesù.
Il concetto di Integrità è spesso sottovalutato nei propri e personali paradigmi, si crede -- molto erroneamente -- che un piccolo peccato, una piccola bugia possa essere facilmente perdonata. E lo può anche essere, ma quella piccola bugia intacca la tua integrità e passo passo ti condurrà ad un calo di autostima e a risultati sempre peggiori nella qualità della tua esistenza. Tendiamo a non credere a questo tipo di ragionamento ed i nostri paradigmi ci conducono così nella zona rossa. La nostra vita non riesce a darci i risultati sperati ed invece di riconoscere la causa dei nostri insuccessi nella nostra mancanza di integrità tendiamo a dare la colpa a qualcosa o a qualcuno al di fuori di noi. Spesso, infatti, i problemi di autostima sono addebitati a cattivi giudizi ricevuti, al biasimo della gente per chissà quale nostro goffo e ostinato comportamento. Questi, semmai, possono essere la goccia che fa traboccare il vaso e causano una crisi personale, ma il problema di fondo è l'integrità. Quando fai quello che dici, quando sei integro, i giudizi della gente non possono causarti alcuna crisi; possono farti riflettere, se vuoi, ma la tua autostima resta alta: sai di poter sbagliare così come sai di poter rimediare ai tuoi errori senza andare in crisi. Il tuo paradigma è come una solida struttura.
15 – La verità
Che cos'è la verità? chiese il prefetto Ponzio Pilato a Gesù durante l'interrogatorio dopo l'arresto e Gesù si avvale della facoltà di non rispondere. Nessuno può dirci cos'è la verità, lo sappiamo da noi cos'è vero e cos' è falso. La verità è come la risultante di una somma algebrica, noi possiamo manipolare gli addenti, cambiarli o renderli pari a zero ma il risultato della somma algebrica è un qualcosa di automatico. Così è la verità. Credere che Dio sia vero, per esempio, è il risultato automatico della somma di altre nostre convinzioni: nessuno potrà mai convincerci che Dio sia vero solo a parole... ma neanche a fatti! Neanche compiendo miracoli su miracoli davanti ai nostri occhi. Se l'idea-tavola di Dio non è sorretta da tutta una serie di convinzioni-gambe crederemmo che i miracoli siano effetto di stregonerie o illusioni ipnotiche o chissà cos'altro. E' già successo miliardi di volte sul pianeta Terra: il miracolo della vita, per esempio, non ha mai convinto tutti del fatto che Dio sia vero.
Dopo che lo spermatozoo maschile ha incontrato l'ovocita femminile e l'unione di questi va ad aderire alle pareti dell'endometrio, l'embrione comincia a crescere. Dopo circa 5 settimane misura 5 mm ed il cuore batte già. Lo riscrivo: misura 5 mm ed il cuore batte già. La scienza moderna definisce la contrazione automatica del muscolo del cuore come un'attività generata da quelle che sono riconosciute come le cellule auto ritmiche presenti nel miocardio. Ogni ciclo cardiaco inizia con l'insorgenza spontanea di quello che è definito come un potenziale d'azione nel nodo senoatriale grazie ad una spontanea tendenza alla depolarizzazione presente in queste particolari cellule auto ritmiche. La depolarizzazione è un processo chimico definito da rapide variazioni transitorie delle conduttanze di membrana di SODIO, POTASSIO e CALCIO. Queste variazioni rilasciano un potenziale elettrico misurabile che causa la ionizzazione di altre cellule che a loro volta raggiungono così il loro potenziale d'azione e rimandano il potenziale elettrico alle cellule auto ritmiche che si ricaricano pronte per una nuova emissione di Calcio. Insomma, è una faccenda un po' complicata. Ma è pressappoco come il pendolo di Newton. Questo è quanto la scienza riesce a comprendere della contrazione automatica del muscolo cardiaco - e questo è come riesce a descriverla: è pressappoco come il pendolo di Newton.

Ma - come quasi in ogni ricerca scientifica - sappiamo il come ma non riusciamo a capire il perché. Cosa avvia il lavoro delle cellule auto ritmiche dopo circa 5 settimane di concepimento? Come si formano le cellule auto ritmiche dall'unione di uno spermatozoo ed un ovocita?! E - soprattutto - perché esistono? La scienza arriverà a rispondere a queste domande indagando e conoscendo sempre meglio il DNA umano e animale ma non potrà mai affermare con certezza cosa o chi ha fatto in modo che il DNA fosse composto com'è composto. Voglio dire, di chi è il dito o la mano che ha sollevato e lasciato cadere la prima pallina del pendolo? [Spoiler: non è il dito o la mano di Isaac Newton!]
Siamo tornati alla base di ogni paradigma: la vita o è una fortunata casualità dell'universo - ma l'universo da dove sarebbe saltato fuori?! - oppure è stata progettata e voluta da un'Intelligenza creatrice. Non abbiamo scampo: il nostro è un universo binario. Cos'è quindi la verità? Qual è? Come Gesù, anch'io mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
