
Rovistando in cantina ho trovato dei vecchi fogli chiusi in una busta di plastica... Erano le mie poesie scritte tra i 16 ed i 22 anni... Poi ho smesso di fingermi poeta.
Le raccolgo qui come memorabilia personale ma anche come documento. Mostrano i sentimenti di un giovane uomo solo, angosciato e senza Dio... Com'ero io in quell'età.
Il titolo originale della raccolta era "... E le chiamano angoscie" - con la "i", si. Ma visto che nella memoria il personaggio di Armònio è in rilevanza - e scrissi tutto un ciclo su di lui - rinomino la raccolta "Armònio", appunto - per meglio identificare quel periodo della mia vita.
Ricordi di Guerra Psicologica (1987 - 1989)
Noi e loro.
Io e te.
Nessuno sa.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Dromedaria
Certa che l'amore fa parlare
giovini cuori e vecchie menti
- i suoi occhi alla luce sorridevano,
il suo sguardo m'abbracciava -
come Venere impàvida regnava;
e alla mente mia
giorni antichi risplendevano.
Le parole,
forte risuonavano
"nella beltà di lei che ccanto stava"
e parlava parlava parlava,
di quelle parole che nell'aria
si perdevano.
e pal
pi
ta
vo,
non
ero
più
un
uo
mo:
ero
un
cuo
re
quan
do
ti
ve
de
vo
dei miei sogni impiego
alta marea
invincibile: non nego.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Ultimo Tango a Parigi
La storia di una promessa che muore.
I nostri figli si ricorderanno, ma poco.
Signora, come lo vuole il suo eroe?
Alla cocche o strapazzato?
Pazzo
non era né tentò di violentarla
è, è la metropolitana che passa
che passa che passa
e passa e ripassa
ripassa e passa.
Non è strano pensare
che la metropolitana come l'amore
come il caso che chiamiamo la sorte
debba un giorno cedere il passo alla mortee?
Ma guardate gli scarafaggi e lo schifo che fanno!
Guardateli morire sui muri e pensate,
pensate allo schifo che fate,
osservatevi schiacciare l'essere infame,
guardatevi e ditevelo!
Peccato, peccato siamo tante puttane.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
(Senza Titolo)
E' malinconia di luogo
che mi fa vagare a notti alterne
fra gelsi in oro e fragole salate.
O infiniti sogni mai sognati
indecenti donne che su me vegliate,
eterne possibilità dai volti rischiarati:
è nostalgia di Fuoco
che mi fa sparlare parlare urlare giocare.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Nuvola d'Argento (Modello 15B 1961)
Ogni sguardo sembra ladro,
la mattina s'è svegliata insieme a me,
respirarmi in petto le piante sento,
gli animali sapientemente lavorare vedo,
quattro strati soffici e resistenti,
di malinconia mi ritrovo addosso,
e i vesto m'allontano.
Santi Santi! Ho perso ancora il controllo
e sono sparito via, chi mi trova
è pregato di restituirmi.
La città mi ha ucciso ancora,
ogni sguardo sembra ladro,
mi difendo e mi attacco,
faccio tutto da me, sono ormai
sufficientemente robotizzato.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
(Senza Titolo)
Quei tempi
quando gli uomini saggi
discutevano l'ordine dei numeri
quei tempi
liberi e forse un pò selvaggi
irrisoluti ma, splenditamente
effimeri.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Scazonti
Tu sogni
solluccherato
soffiando
e sottoscrivendo
sottointesi
che sommuovono
il sarchio
che soffocano
te, sorvegliato
spadaccino
sospinto
da tua scodella
al sommo
della sopportazione.
Sollecito
socializzti
sodomizzali
e soddisfatte
le sirene sinistre
le signorine si si
e sì avrai del loro sfarzo
e sentirai
il selvaggio
segreto
sdaziato
e col tuo scudo
scoticatore
scomparirai
sfebbrato
e sentirai
che scuffia
sagace!
Povera Italia:
che voglia di Pace.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Lettera dal Purgatorio
Noi che siamo morti
adesso siamo ricchi.
Non siamo pentiti.
Abbiamo chiesto di Dio:
nessuno sa niente.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Memorandum
Andare a casa Porto a portare il nastro
e il libro e prendermi i dischi
andare a comprare una tuta un pigiama
e i calzettoni
farmi dare le scarpe da Saro
portare la macchina in gaarage e staccre
i cavi della batteria
comperare le lamette
fare la cacca.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)
Urlami
Urlami, pensandomi
che la vita è bella;
urlami sotto la pioggia
fra il rumore del motore,
urlami dei fiori il bel colore
e tagliami l'anima!
non avrò dolore.
Urlami ti prego con la voce
che tra la rabbia delle nuvolee
s'io urlo, non risponde l'eco.
Urlami, pensandomi,
che la vita è bella:
pérche non ci credo.
(dalla raccolta: Armònio, Catania 1989, ali sciuto)