
L’umile ricerca di informazioni
Questo è uno dei problemi principali della nostra epoca: ci piace dire agli altri delle cose, ostentando il nostro sapere, e avere la meglio nei confronti dialettici, anche se non usiamo dati verificati.
Vincere, avere ragione, convincere: per molti queste vittorie sono così importanti che si sentono liberi di distorcere, inventare o mentire, perché il vero e il non vero appartengono ormai all’opinabile.
In un mondo sempre più volatile e sempre più eterogeneo dal punto di vista culturale, non possiamo sperare di capire e di lavorare con persone di culture occupazionali, professionali e nazionali diverse se non sappiamo fare domande e costruire relazioni basate sul doppio assunto che:
(1) i valori altrui potrebbero essere diversi ma non sono né peggiori né migliori dei nostri, e
(2) per risolvere i nostri problemi dovremmo sapere ciò che sanno gli altri.
Come definiamo l’umile ricerca di informazioni
Un’arte
L’umile ricerca di informazioni è la sottile arte di incoraggiare qualcuno a dire di più, di fare domande per le quali non sappiamo già la risposta, di costruire una relazione basata sulla curiosità e sull’interesse per un’altra persona.
Un atteggiamento
L’umile ricerca di informazioni non si riduce semplicemente alle domande; è un atteggiamento complessivo che include un ascolto più profondo finalizzato a capire come gli altri reagiscono alla nostra ricerca di informazioni, a rispondere appropriatamente e a rivelare più di noi stessi nel processo di costruzione delle relazioni.
L’umile ricerca di informazioni è un mezzo particolarmente efficace per entrare in sintonia con un’altra persona e costruire una relazione.
L’umile ricerca di informazioni può aiutarti a dare significato a situazioni complesse che non capisci o non puoi capire direttamente.
Quando un team sta tentando di risolvere un problema complicato e non sa quale possibile corso d’azione intraprendere, l’umile ricerca di informazioni si declina nel chiedersi: «Cos’altro dobbiamo sapere?» o «Come siamo arrivati a questo punto?».
L’umile ricerca di informazioni permette di coinvolgere gli altri nelle soluzioni e nel processo decisionale aiutandoli a vedere un problema, a esplicitare le loro motivazioni in una determinata situazione, o a spiegare che tipo di aiuto vorrebbero avere da un amico o da un coach.
Quando ti chiedono un consiglio, fornisci immediatamente una risposta, caldeggiando la tua soluzione? Un approccio alternativo orientato all’umile ricerca di informazioni potrebbe prendere avvio domandandoti perché il tuo consiglio è necessario, perché serve proprio adesso e perché lo chiedono a te.
Perché la parola umile è importante?
Non potremmo affermare che oggigiorno è ugualmente importante apprezzare la franchezza, il coraggio che induce le persone a dire come la pensano, a confrontarsi apertamente con chi detiene il potere, ad abbandonare la mentalità dell’osservatore esterno e a denunciare le cose che non vanno, quando è necessario?
Paradossalmente, il principale ostacolo a una preziosa franchezza è spesso la nostra incapacità di indagare con modalità che rendano sicuro per gli altri dirci la verità, o quantomeno mettere in comune tutto ciò che sanno.
La nostra incapacità di chiedere umilmente e con l’atteggiamento giusto ha creato climi organizzativi in cui le persone non si sentono psicologicamente sicure e quindi pienamente disposte a condividere quello che sanno.
I senior manager affermano spesso di essere aperti alla comunicazione dal basso, di voler sentire le opinioni dei subordinati e di prendere sul serio quelle informazioni.
Quando però parliamo con i dipendenti di quelle stesse organizzazioni, ci dicono che le domande dei superiori non erano sincere, che non si sentivano al sicuro nel comunicare cattive notizie ai capi anche se l’avevano fatto su loro esplicita richiesta, o che avevano tentato di segnalare certi problemi senza mai ricevere risposta o, più semplicemente, senza avere un riscontro.
Ciò che manca decisamente troppo spesso è la consapevolezza, da parte dei leader, che se non vogliono veramente sapere cosa sta succedendo, e non domandano in un modo che convinca gli altri delle loro buone intenzioni e della loro trasparenza, otterranno solo risposte di comodo.
Se le domande non vengono poste con quella che abbiamo definito «umiltà qui-e-ora», allora silenzio, falsità o manipolazione potrebbero costituire la risposta più probabile e più esasperante.
L'umile ricerca di informazioni funziona solo se l’atteggiamento alla base include il desiderio di ascoltare realmente ciò che dice l’altra persona, di sviluppare un livello appropriato di empatia e di scegliere una risposta che dimostri interesse e curiosità.
