
Il comportamento è controllato dai paradigmi, non dalle informazioni che possediamo.
Il tuo paradigma è stato costruito attraverso la ripetizione (costante e distanziata) e quello è anche il modo con cui lo cambierai.
Il successo in ogni impresa dipende al cento per cento su cosa avviene nella mente; non ha niente a che fare con cosa avviene all’esterno.
Deve venire da dentro a fuori, non da fuori a dentro.
Un paradigma è una moltitudine di idee impresse nella mente subconscia.
Le idee impresse nel subconscio sono conosciute col termine di “abitudini”.
Un paradigma è una moltitudine di abitudini impresse nel subconscio.
Una persona può essere migliore di un’altra?
No. Nessuno è migliore di un altro.
I risultati magari sono un pochino meglio, può guadagnare di più, essere maggiormente produttiva, in grado di correre più veloce-mente, in ogni caso siamo tutti precisamente uguali.
Siamo massa, energia e vibrazione; il colore, le dimensioni e il genere sessuale non significano niente. Siamo tutti uguali.
Dobbiamo renderci conto che siamo tutti soggetti a leggi esatte e immutabili.
Queste leggi non sono state fatte dagli esseri umani e, pertanto, gli esseri umani non possono cambiarle.
Il successo dipende dalla comprensione e capacità di armonizzare la nostra esistenza con queste leggi.
Diventiamo ciò che pensiamo.
Limitiamo noi stessi in base a come scegliamo i nostri pensieri.
Esiste una sola parte dell’universo che possiamo cambiare e quella parte siamo noi stessi.
Non possiamo cambiare altro.
Non possiamo cambiare le condizioni o le circostanze intorno a noi.
Dobbiamo adattarci a ciò che accade e continua ad accadere, ma dobbiamo anche capire che siamo più forti delle situazioni esterne che affrontiamo.
Non è solo ciò che pensiamo: è quello che interiorizziamo, perché puoi pensare qualcosa senza interiorizzarla.
Devi interiorizzare questi pensieri, devi caricarli di emozioni, altrimenti non ti serviranno a niente.
Se li mantieni solo a livello conscio, puoi pensare alla ricchezza e vivere in povertà.
Se non hai interiorizzato i pensieri sulla ricchezza, rimarrai in povertà.
Come ha detto Wayne Dyer, autore di vari best-seller: “Quando cambi il modo in cui guardi le cose, le cose che guardi cambiano”.
Se cambi percezione, cambi il tuo mondo.
L’ingegnere aerospaziale Wernher von Braun fu esemplare al riguardo. John Kennedy gli chiese: “Cosa occorrerebbe per costruire un razzo che porti una persona sulla Luna e poi la riconduca incolume sulla Terra?”. La risposta fu: “La volontà di farlo”.
La volontà è una delle nostre facoltà superiori. Ci permette di tenere un’idea sullo schermo della mente con esclusione di ogni altra distrazione.
Se vuoi che qualcuno faccia un lavoro migliore, ti conviene scoprire cosa desidera, perché l’unica occasione in cui proverà a fare di meglio è impegnandosi per qualcosa che vuole veramente.
Devi volere qualcosa per esprimerti di più. Diciamo ai dipendenti: “Senti, hai sbagliato. Ti mostro come dovevi fare”. Eppure, tornano a fare come prima, perché sono programmati a fare in quel modo.
È il paradigma che hanno e una spiegazione non lo cambia. Magari fanno diverso oggi o doman, ma poi… Boom! Tornano al paradigma.
Devi iniziare a educare le persone affinché inizino a capire chi sono, cosa sono e cosa li motiva.
Quando mostri a qualcuno perché ha i risultati che ha e cosa deve fare per cambiarli, è molto probabile che provi a cambiare davvero. Non lo farà se sei tu che cerchi di cambiarlo.
Le persone non resistono al cambiamento, piuttosto resistono all’essere cambiate. Cambi se sei tu che decidi di cambiare.
Dobbiamo far sì che alle persone piaccia migliorare, cambiare, essere più produttive. Per farlo, dobbiamo capire cosa desiderano.
Se vogliamo guidare le persone, dobbiamo fare quello che desideriamo facciano anche loro. È inutile dire agli altri di fare qualcosa se tu sei il primo a non avere intenzione di farla.
C’è una storia sul Mahatma Gandhi. Dalla folla avanzò una persona porgendogli un foglietto con scritto: “Potresti scrivere un messaggio profondo da portarmi a casa?”. Gandhi scrisse: “Io sono il mio messaggio”.