«In teoria, non c’è nessuna differenza tra la teoria e la pratica. Ma in pratica c’è» (Scott H. Young, Il Metodo Ultra-Learning) 


‘Teoria’ è una parola greca che significa ‘modo di guardare’. Quindi è semplice: ti guardi intorno, o ti guardi dentro, ed ecco, hai già la tua teoria.

Ogni volta che guardi, decidi quanto è ampio il tuo orizzonte.

Oltre all’orizzonte, decidi la velocità di ogni tuo sguardo: su alcune cose ti soffermi e su altre no, perché alcune cose contano per te e altre no. E delle cose che contano per te, guardi solo alcuni aspetti, e altri no.

Sono decisioni potenti, perché tutto ciò che fai dipende da ciò che conta per te, e ciò che conta per te è ciò che guardi. Ovvero: le tue teorie guidano la tua vita. (Igor Sibaldi, La Teoria del Tutto)


In teoria, tutti acquistiamo il prodotto migliore e più economico che offre il mercato. In pratica, se prima dell’acquisto ciascuno di noi dovesse andare in giro a verificare i prezzi e analizzare la composizione chimica delle decine di saponi, tessuti o marche di biscotti posti in vendita, la vita economica diverrebbe un caos, si paralizzerebbe letteralmente. (Edward Bernays, Propaganda)


Questo post contiene almeno un errore

Il titolo di questo post evidenzia il Paradosso dell'introduzione di David Markinson: se il testo seguente fosse totalmente corretto, quanto (falsamente) affermato sarebbe comunque vero, poiché l'errore consisterebbe nell'affermazione stessa.

Cioè l'affermazione falsa sarebbe vera...

A scanso di equivoci, l'errore non sussiste nel testo presente nel post.

Ma se quest'ultima affermazione ("l'errore non sussiste nel testo presente nel post") fosse l'errore, allora l'articolo conterrebbe un errore.

Quindi non credere ciecamente a quello che leggi, a meno che l'errore non sia questo consiglio.


In teoria, ogni cittadino può votare per chi gli pare.

Ma quasi di punto in bianco è sorto il governo invisibile, sotto forma di rudimentali partiti politici.

Da quel momento, per praticità e semplicità, abbiamo accettato che le macchine partitiche restringessero la scelta a un paio di canditati, tre o quattro al massimo.

In teoria ogni cittadino può decidere di testa sua nelle questioni pubbliche e private.

In pratica, però, se tutti dovessero studiarsi per conto proprio gli astrusi risvolti economici, politici ed etici di ogni questione, troverebbero impossibile arrivare a una conclusione purchessia (Edward Bernays, Propaganda)


L'ineluttabile Spazio tra il "dire" ed il "fare" 

La società accetta di limitare le proprie scelte alle idee e merci portate alla sua attenzione attraverso ogni tipo di propaganda.

Forse, al posto della propaganda e delle promozioni per un tornaconto, sarebbe preferibile avere comitati di saggi che scelgano i nostri amministratori, dettino la nostra condotta, pubblica e privata, e decidano i vestiti che indosseremo e il miglior cibo che mangeremo.

Invece abbiamo scelto il metodo opposto, la concorrenza alla luce del sole.

Dobbiamo perciò trovare la maniera affinché la competizione funzioni il più possibile senza attriti.

E per arrivare a questo abbiamo permesso che la libera concorrenza fosse organizzata dalla classe dirigente e dalla propaganda. (Edward Bernays, Propaganda)

L'islam realizza quel "forse" ipotizzato da Bernays. Al posto della propaganda di chiunque (saggio o stupido o mal intenzionato che sia) nell'Islam ti affidi solo al dettato qur'anico e ai detti del Profeta (saas) per scegliere gli "amministratori", per sapere come comportarci sia nel pubblico che nel privato, per come vestirti e anche per cosa mangiare.

Nonostante questo... C'è ancora spazio per la "propaganda"... C'è sempre spazio tra il "dire" ed il "fare".


Guardando nell'abisso

Una delle premesse più ardue da digerire è che la realtà non esiste. 

Di fatto, tutto ciò che definiamo realtà altro non è che una serie di impulsi che ci giungono dai sensi, e che noi ordiniamo secondo date relazioni usando princìpi che la nostra mente ha appreso. 

Come schiere di filosofi ci hanno insegnato, e come neurologi e studiosi del cervello possono confermarci, per ciascuno di noi LA REALTÀ È CIÒ CHE IL CERVELLO CODIFICA.

Il mondo attorno a noi, e noi stessi, siamo soggetti a criteri interpretativi della realtà, modelli relazionali, che normalmente abbiamo appreso ma non mettiamo più in discussione. 

Ma la realtà che ogni giorno fotografiamo con i nostri sensi, è tale solo all’interno di quei modelli.

L’apertura dei fast food di McDonald’s nei Paesi dell’Asia Minore è una opportunità di sviluppo o una forma di colonizzazione economico-culturale? La risposta non è univoca, dipende dal sistema di valori di chi osserva.

E sulla base della nostra interpretazione dei fatti proviamo emozioni, assumiamo atteggiamenti, prendiamo decisioni e investiamo energie. (Stefano Re, Mindfucking) 


È questo il "mare" che c'è tra il dire ed il fare?